Spettacoli 2019

La nebbia

La follia del singolo che diventa spesso la follia del gregge e che porta a commettere azioni grottesche, talvolta infami, è il fulcro di questo studio che trae ispirazione dalla collezione di missive inviate a Benito Mussolini dalle donne e dagli uomini italiani e che si accosta orrorificamente ai fatti di oggi. “La nebbia” racconta le debolezze della mente umana partendo da storie note e di fantasia, lavorando sull’improvvisazione e prediligendo l’uso delle maschere teatrali ed umane.

Adamant

Pax, Gi, Luz, Fas, Meo e Ty-o sono i protagonisti, coloro che amano ai tempi della tecnologia. Se la vita è qualcosa che “accade”, allora nel controllo, nella pianificazione, c’è qualcosa di mortifero. Questa sorta di protesi che sono oramai i nostri smartphones e le loro plurime varianti, ci danno la sensazione di tenere costantemente sotto controllo la nostra vita. Il caso è un bene in via di estinzione e noi, esseri tecnologici, sempre meno sappiamo gestirlo e sempre più lo temiamo.

Ladro di saponette

La vicenda prende le mosse dall’arresto di un uomo sorpreso a notte fonda nell’appartamento vuoto dei suoi vicini. C’è il  cadavere di un uomo nel bagno dell’abitazione e la moglie del nostro protagonista che non conferma la versione di suo marito. Parte da qui un’indagine che percorrendo a tentoni diversi scenari mette in luce, quasi casualmente, una relazione coniugale malata, tanto perversa quanto disorientante fatta di avventure sessuali, travestimenti e manipolazione.

Pezzi

È l’otto dicembre. Tre donne, una madre e due figlie devono preparare l’albero di Natale. Ed è preparando l’albero di Natale che fanno intravedere le loro paure, i loro sogni, le loro ossessioni, le loro dipendenze, le loro fragilità. E, sempre involontariamente, si trovano faccia a faccia con quei ricordi che non riescono a far sbiadire.

Uroboro

L’inizio di Uroboro si perde nel tempo di tutte le grandi storie, quel momento perfetto e impeccabile del tanto e tanto tempo fa, dove i maestri e i silenzi regnavano indisturbati. Da allora, il silenzio si è incrinato in un gran vociare di parole e di clacson, e nel tempio è arrivato l’allievo, rompendo vasi e tranquillità. Uroboro è uno spettacolo che corre tra la poesia e la clownerie, tra colpi di pancia e colpi di testa, che abbraccia risate e commozione.

Waiting for Macbèth

Una bolla. Una bolla ove il tempo non è, eppure scorre. Una corazza. Qui vive incastrata la Lady per eccellenza. La Sig.ra Macbèth attende. Attende il ritorno di Macbèth, attende l’atto che una volta fatto non può essere disfatto. Attende la propria sorte. Unici contatti con l’esterno un quotidiano e un telefono che non squilla. Da qui muove le fila di un complotto senza prenderne parte mai attivamente, restando intrappolata (o altrimenti protetta) nelle maglie delle sue intenzioni. E così aspetta, bloccata e impotente. E sola.

La Regina Coeli

La storia è ispirata alle vicende di giovani ragazzi morti in carcere ed è dedicata alle loro madri. Nessuna madre dovrà più credere che suo figlio sia caduto dalle scale, sia morto di tremori, emorroidi, sia stato giustiziato perché tossicodipendente o piccolo spacciatore. Il protagonista del monologo è un ragazzo di borgata, che si paragona a Gesù e fantastica di esserlo per poter reincontrare la sua mamma. La Madonna, a differenza delle altre mamme, può apparire dove vuole, anche in prigione.

Dopo il diluvio

Perché tornare dopo vent’anni nel posto in cui ci si è spezzata la vita? Se lo chiede un uomo bizzarro, rigido e nevrotico, eppure misteriosamente sempre in ritardo: è un ex professore universitario che ha abbandonato la carriera accademica per scrivere «romanzetti pieni di scandali e livore». Ha accettato l’invito a parlare durante un convegno che si tiene nella prestigiosa università dove ha studiato vent’anni prima. Presto capiamo che il suo intervento è solo un pretesto, forse, per chiudere il conto in sospeso con qualcosa o qualcuno.

Chiuso per solitudine

Non si è soli unicamente quando si è da soli. La solitudine si manifesta più marcatamente quando la gente ti circonda, ma tu parli a te stesso. Dieci personaggi, dieci ritratti grotteschi dell’isolamento di uomini e donne in una realtà fatta di emozioni e vissuti dopati dalla virtualità internettiana e falsi miti. Un sottile filo conduttore si dipana attraverso queste singole vicende semiserie con finale inaspettato.

Bar Moments

In un bar di provincia, alle porte del 1940, si svolge la vita modesta e monotona di Lila, proprietaria del bar, di sua figlia e di altri cinque ordinari avventori. I personaggi si incontrano e scontrano, mostrano le loro contraddizioni e ci ricordano quanto sia labile il confine tra passato e presente. Il quadro storico, l’ironia nell’uso degli stereotipi della cultura italiana e le molte metafore, raccontano e insegnano come l’esperienza sia l’unica e vera insegnante nella crescita di ciascuno.

Radici

Nei campi di sterminio nazisti la stella di Davide è stata il simbolo e lo stigma per eccellenza e ogni sua colore rappresentava una determinata categoria di persone: giallo per gli ebrei, marrone per gli zingari, rosa per gli omosessuali, azzurro per i disabili, nero per gli asociali, rosso per i prigionieri politici, verde per i criminali, viola per i Testimoni di Geova; tutte declinazioni della “diversità”. Allo stesso modo anche qui si declinerà la “diversità” attraverso una serie di monologhi che si susseguiranno offrendo ogni volta un punto di vista differente, e portando alla luce storie spesso dimenticate dello sterminio.

Il Signor Dopodomani

Ada lo ha lasciato, si è portata via la sua felicità, e lui ha trascorso i giorni a venire senza più riuscire a viverseli per come avrebbero meritato. Prima che scomparisse per sempre, di lei gli è rimasta soltanto una audiocassetta, con dentro canzoni, voci e rumori dei loro anni insieme, ultima testimonianza di ciò che era stato il loro meraviglioso amore.  Cosa si ostina a cercare, il nostro uomo in frac?  Una vendetta!  Implacabile, feroce, definitiva, affinché lo salvi finalmente da tutto quel suo immenso dolore.

Attesa

Emma è una donna ossessionata, fin dall’infanzia, dall’idea di avere un figlio. Da bambina la sua vita è stata segnata dalla morte della figura paterna evento che ha condizionato in maniera significativa la sua esistenza soprattutto il rapporto con gli uomini che ha incontrato nelle diverse fasi della sua vita.
A seguito di questi ultimi le si pone davanti una scelta: seguire l’ossessione infantile oppure liberarsene una volta per tutte.

Ecco la Commedia dell’Arte!

“Ecco la Commedia dell’Arte!” è uno spettacolo, ma anche un incontro improvvisato con il pubblico, sulla Commedia dell’Arte. Lo spettacolo è concepito come un collage di scene tratte da canovacci tradizionali della Commedia dell’ Arte, da brani di repertorio, e da improvvisazioni con il pubblico, in cui appaiono alcuni dei principali personaggi del Teatro Italiano di maschera: Arlecchino, Pulcinella, Pantalone, Dottore, Zanni, Colombina, Innamorati, ecc.