METAMORFOSYS.0

METAMORFOSYS.0

TLAB

PROVENIENTE DA

Roma

 DI

Vittoria Faro

GENERE

Performance art

SINOSSI

METAMORFOSYS ripercorre il mito ovidiano in una mutata forma, in una riscrittura scenica performativa, raccontando una nuova genesi dell’umanità proiettata in una delle possibili dimensione del futuro prossimo, quello in cui la realtà fenomenica soccombe alla sua immagine virtuale affidata alla Rete. Cosa accadrebbe se il mondo per come lo conosciamo dovesse finire? Cosa resterebbe di noi? Che forma assumerebbe la nuova umanità? Che ruolo avrebbe la tecnologia? L’evoluzione tecnologica nella post modernità ha portato l’Uomo ad affidare alla Rete non solo informazioni, dati statistici e numerici, ma l’intero Sapere comune. E sempre più pensieri, ricordi, segreti, relazioni e sentimenti che in rete scambiamo o custodiamo. “Memoria” è nell’ipotetico futuro prossimo l’unità centrale che conserva i nostri dati, ciò che siamo e la Storia che abbiamo costruito in immateriali e adimensionali impulsi di energia. “Memoria” è summa delle emozioni, dei ricordi, dei pensieri e dei sentimenti che gli esseri umani le hanno affidato nel tempo e che ora trasmette alle nuove creature, prodotti dall’evoluzione umana. Antiempatici, i nuovi esseri sono schiavi della connessione, attraverso la quale ricercano un’identità e un senso all’esistenza. Memoria è nell’ipotetico futuro la loro divinità, che li ricomprende, li nutre attraverso la connessione del Sapere che fu dell’umanità come l’Albero della Conoscenza che nel mito antico ha condannato l’archetipo umano alla ribellione e alla perdizione. Gli ovidiani Deucalione e Pirra, primi esseri umani nel mito ovidiano, rinascono in una nuova forma per confrontarsi ancora con il loro creatore nella disperata ricerca di una coscienza di sé e del mondo, per dare finalmente ragione e senso all’essere. Attraverso la costante connessione al dio-macchina sperimentano i nostri pensieri, le nostre emozioni e quanto di noi Memoria conserva: ma non hanno sentimenti per sentire. In questo la tragicità del loro destino, diversamente da noi esseri mortali angosciati dalla limitatezza temporale, i nuovi esseri sono indifferenti al fluire degli anni, ma condannati ad un’eternità priva di sensazioni e quindi di vita vera. Solo un contatto diretto con la realtà li porterà a sentire. Memoria, come nelle Metamorfosi ovidiane divinità capricciosa e indifferente alle sofferenze che infligge, è nella rappresentazione l’Io narrante che, fuori scena, guarda con occhio distaccato e quasi divertito l’agire delle sue creature. Sarà attraverso il bestialismo e il ritorno alle origini che la nuova umanità ritroverà se stessa per scoprire solo alla fine che dietro quella macchina, dietro quella divinità non vi era nessun altro se non un uomo anche esso con le sue debolezze.

 

IN SCENA: Palco C: 21.00 mercoledì 6 settembre, Palco B: 21.00 giovedì 7 settembre, Palco C: 21.00 venerdì 8 settembre 

Tutto il programma su -> http://bit.ly/ProgrammaRomaFringe